C’è un account che seguo e mi piace tantissimo e mi ispira spesso, ed è Labodif (Istituto di ricerca e formazione specializzato nello studio delle differenze, a partire da quella tra uomini e donne). Spesso condivido i loro post, perché raccontano delle storie interessanti e mai scontate. Anche quando raccontano storie conosciute, lo fanno sempre in un modo che fa pensare, e che incoraggia.
Dunque oggi c’era la storia di Bobbi Gibb, la donna che nel 1966 corse la maratona di Boston vestita da uomo, perché ai tempi si pensava che le donne non fossero “fisiologicamente” in grado di correre le maratone. Bobbi Gibb si era allenata e corre meglio dei due terzi degli uomini. Che ricorda la tennista Billie Jean King che vinse il singolo contro Bobby Rings, che si vantava di poter battere anche la migliore delle donne. O anche la ciclista Alfonsina Strada, la prima donna a competere nelle gare maschili in uno sport che si riteneva inadatto alle donne.
Non stiamo parlando di secoli fa, stiamo parlando del secolo scorso, e la cosa che ancora disturba profondamente è il ricorrere a delle scuse paternalistiche e prive di fondamento, di quel fondamento razionale e scientifico che, proprio a detta degli uomini, è l’unico modo giusto di ragionare nonchè loro esclusivo appannaggio. Quegli stessi uomini che uccidono per gelosia, che sperperano i patrimoni al gioco, che si sbudellano in guerra per un pezzo di terra… Proprio dei comportamenti logici e razionali.
Ora tralasciando di discutere sul valore intrinseco della razionalità e di come vengono prese le decisioni, è davvero notevole come usiamo con disinvoltura i pregiudizi, scambiandoli per giudizi, valutazioni, considerazioni sensate. A volte basta solo guardare le cose da un’altra prospettiva, per rendersi conto che i giudizi sono in realtà dei pregiudizi (“giudizio prematuro”, ossia basato su argomenti pregressi e/o su una loro indiretta o generica conoscenza). Altre volte ci vogliono anni e lotte, perché non c’è solo un vizio di forma, nei pregiudizi degli uomini. Ad esempio quel “fisiologicamente” della maratona suona piuttosto dolciastro e sinistro…
Quanti pregiudizi, categorie, luoghi comuni dobbiamo ancora smantellare? Tantissimi.
Ma la cosa importante è che non dobbiamo stare lì ad aspettare che arrivi qualcuna o qualcuno particolarmente coraggioso e determinato. No, no, possiamo tutti i giorni cercare di distinguere tra pregiudizio e giudizio (che alla fine non è così difficile), e decidere di vivere seguendo noi stessi, e i nostri giudizi (che no, non sono oggettivi, non sono magari neppure scientifici, ma sono i nostri) con consapevolezza e rigore e onestà.
Che ne dite?
Buona giornata intanto
Anna da Re
Rispondi