Una nuova libreria, o meglio una vecchia vetrina diventata libreria

La mia passione per ereditare le cose degli altri, sebbene non abbia idea da dove sia nata e perché, non mi abbandona mai.

Avevo deciso di comprare una nuova libreria. Semplicemente perché nelle due e mezzo che ho già non ci stavano tutti i libri, visto che con il trasloco dell’ufficio avevo dovuto sgomberare e portare a casa quelli che si erano accumulati là, e visto che mi conosco e so che i libri mi piace averli e mi piace comprarli.

Sono andata online, sui siti di arredamento, di mobili, di antiquariato e modernariato. Avevo qualche idea, ho guardato molto, alla fine ero orientata verso una libreria di metallo molto semplice, quasi invisibile. Ma non ero del tutto convinta, se no l’avrei presa. Stava arrivando Natale e ho pensato di postporre l’acquisto a gennaio. Sono arrivati gli scatoloni con i libri dall’ufficio ma li ho lasciati lì, chiusi.

Poi per caso sono andata da Patrizia, un’amica che vende i prodotti cosmetici Ringana, di cui sono sicura di avervi parlato perché sono i cosmetici che uso abitualmente. Tutti naturali, tutti freschi, azienda veramente sostenibile dall’inizio alla fine del ciclo produttivo. Sono andata da Patrizia per prendere la crema per le mani, che come la temperatura scende sotto i 20 gradi ho i geloni ai pollici e l’unico modo non per eliminarli ma per far sì che non sanguinino e non mi facciano male è, oltre a usare sempre la crema Ringana, farsi una specie di impacco la notte (cioè metto un bel po’ di crema e poi dormo con i guanti di cotone). Insomma arrivo a casa di Patrizia e mi trovo davanti questa bella vetrina antica, lei sta risistemando casa, è tutto sottosopra, la vetrina è vuota e messa lì nell’ingresso in attesa di destinazione. Patrizia dice che non sa dove metterla, nella casa rinnovata. E io le dico beh la prendo io. Mi è venuto così, di getto. Mi son detta ecco perché non ho comprato un’altra libreria, c’era questa che mi aspettava. E Patrizia è stata contenta. Perché la vetrina veniva da un antiquario di Firenze ed era stata con lei e famiglia per un bel po’ di tempo, era un peccato svenderla o infilarla in una cantina (sempre che ci stesse).

Dopo di che c’è voluta un po’ di organizzazione, il trasporto non era semplice perchè essendo vecchia è fragile, una porta non si chiude e un vetro è tagliato, ma come si dice è tutta vita e tutta esperienza. Nel mio studio ho spostato dei mobili per farle spazio. E lei che fino a poco prima era stata una vetrina classica, di servizi di piatti e bicchieri per le belle occasioni, di tazze da té bellissime e troppo fragili, di argenteria e vari ninnoli affettivi ma inutili, lei si è sentita ben felice di diventare libreria. Non l’ho riempita a casaccio, ci ho messo dei libri leggeri e ci ho aggiunto un po’ di ninnoli e argenteria, che con i libri ci stanno sempre bene. E certo di libri non ce ne stanno così tanti. Una libreria moderna probabilmente avrebbe avuto un rapporto spazio occupato/libri contenuti più efficiente. Ma io non sono tanto portata per l’efficienza. Sono molto più affascianata dalle storie, che gli oggetti portano con sé.

E quindi insomma ora secondo me lei ha trovato una nuova casa accogliente, e io una bella libreria, degna di stare nello stesso studio e chiacchierare con la libreria di papà, la scrivania della Neva, la poltrona della nonna e il mobile delle lane…

Buona serata a tutti

Anna da Re

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5 risposte a "Una nuova libreria, o meglio una vecchia vetrina diventata libreria"

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