Come vestirsi pensando ai libri perduti

Magari che io parli di libri così spesso vi annoia, d’altro canto facendosi un selfie davanti alla libreria russa (che è molto chic, non trovate?) non potevano non venirmi in mente i libri.

I libri perduti.

In realtà è da un po’ che ci pensavo. Rimettendo a posto i libri presenti all’appello è inevitabile che si ricordino i libri che non sono più presenti, per varie ragioni.

Ho notato che, mentre per anni i libri che mi portavo da una casa all’altra erano i miei libri di sempre, vissuti, sciupati, macchiati, ora prevalgono i libri ancora da leggere: comprati con buone intenzioni, comprati per piacere o curiosità, ricevuti in regalo o raccolti qui in ufficio, dove arrivano libri in continuazione e periodicamente ci dividiamo gli avanzi.

Sono molto felice di avere tanti libri da leggere, ma quando ho trovato Possessione di Antonia Byatt, con la sovracoperta tutta smangiata sui bordi, e Il frutto del fuoco di Elias Canetti con la copertina scolorita dal sole e macchiata di acqua di mare, beh mi dispiace che siano rimasti solo questi due e pochi altri, a portare i segni del tempo e della vita che hanno avuto. D’altro canto sono io, ad averne abbandonati alcuni, avevo dei buoni motivi ma l’ho fatto. E quelli che ho perso o prestato, a quelli ho dimostrato che non mi importava molto di loro…

E le vostre librerie come sono? Raccontatemelo se vi va!

Buona giornata

Anna da Re

 

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