Quando ho trovato le cinque domande per il futuro, la seconda è quella che mi ha lasciato più perplessa.
“Perché mi serve un nemico?”, messa così, mi sembra una domanda a cui c’è una sola risposta: no, non mi serve un nemico. E chiedersi se “Abbiamo bisogno di costruirci un nemico per poter sperare di non averne?” mi sembra ancora più paradossale che pensare di avere bisogno di un nemico per definire noi stessi e crescere. Nella domanda si parla anche di confini, che ci proteggono oltre che limitarci, e del perché li tracciamo.
Devo dire che più ci penso e più non credo che ci servano dei nemici. C’è sicuramente una parte di noi che detesta qualcun altro per qualche motivo, ma il nemico che ci creiamo in questo modo non solo non ci è utile, ma ci impedisce di stare bene. Come facciamo a perseguire l’armonia, la serenità, la calma, e insieme avere dei nemici, che ci terrebbero costantemente all’erta, in allarme?
Di questi tempi poi sembrerebbe fosse impossibile non avere un nemico. Non solo per il populismo dominante, che si nutre essenzialmente di paura e quindi del nemico che fa paura. Ma anche perché quello stesso populismo sembra il nemico. E magari in uno scenario drammatico che potrebbe anche verificarsi, potrebbe diventare il nemico di quelli di noi che continuano a credere nelle persone, nella libertà, nella convivenza faticosa ma pacifica. Ma per il momento non lo è.
Quanto ai confini, sicuramente ognuno di noi ha dei confini personali, intimi anche, che non possono essere violati. Ma sono confini immateriali e mobili, mai definitivi. Confini che è anche importante oltrepassare, perché magari oltre non ci sono fiori diversi, ma di sicuro c’è il mondo.
E voi che ne pensate?
Intanto buona giornata!
Anna da Re
Un nemico? Mi danno già abbastanza da fare gli amici 😉
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