Ascoltare. Quanto ci siamo disabituati. Quanto spesso ascoltiamo impazienti, aspettando solo di dire la nostra. Non ascoltiamo neppure noi stessi, figuriamoci il nostro prossimo. Assordati dal rumore di fondo, dalla musica che usciva incessante dai luoghi pubblici, dalle macchine ferme in coda. Bombardati di messaggi, di sollecitazioni, di esortazioni, di inviti.
Anche adesso, per carità, siamo sommersi di suoni e parole che richiedono la nostra attenzione.
Però adesso cominciamo tutti a stare un po’ più zitti. I social network, dopo una settimana in cui tutti ci si erano buttati come se fosse l’unica e ultima occasione per farsi sentire, hanno ripreso a essere sì assillanti e omnipresenti, ma come prima e non più di prima. Certo c’è che va avanti imperterrito a pontificare, o disperatamente a cercare di farsi sentire. Ma questi sono gli uomini, ora e sempre.
Io sto abbastanza zitta. Non solo ora che sono a casa. Ma non abbastanza. Mia mamma diceva “un bel tacer non fu mai scritto”. Ce lo ripeteva quando appunto, perdevamo un’occasione per tacere. Perchè è ovvio che se non stia zitto non puoi ascoltare.
E perdendo un’occasione per tacere ne perdi anche una per ascoltare. O per sentire. Non è un caso che le due parole, sentire e ascoltare, vengano spesso usate come sinonimi, seppure sentire richiami tutti i sensi e non solo quello dell’udito.
C’è un problema, con l’ascoltare: che non tutto ci piacerà.
Anzi, molte cose che sentiremo non ci piaceranno, per motivi diversi. Io per esempio abito vicino all’ospedale e nella notte, soprattutto ora, sento tantissime sirene di ambulanze. Però abito in una casa che ha davanti degli alberi e al mattino sento gli uccellini che iniziano a cantare prima che abbia fatto luce.
Ascoltando sentiremo un sacco di scemenze e un sacco di cose interessanti, delle cose utili e delle cose futili e delle cose irritanti e delle cose di cui faremmo volentieri a meno. Ma potremo raccogliere i dati, farci un quadro di quello che ci sta intorno, che ci aiuta a orientarci (dio sa quanto ne abbiamo bisogno).
Potremo conoscere, ascoltando.
Come diceva Marie Curie: “Niente nella vita va temuto, dev’essere solamente compreso. Ora è tempo di comprendere di più, così possiamo temere di meno.”
Buona giornata!
Anna da Re
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