Stamattina ho pulito il balcone e sistemato le piante.
L’ortensia, che avevo comprato quando ancora stavo a Milano e che non aveva sopportato il caldo dell’estate meneghina, ama Monza e ama soprattutto questa nuova casa e il balcone, in cui le ho riservato l’angolo più protetto sia dal vento che dal sole. Dopo tre estati in cui metteva solo alcune foglie, e da un ramo erano diventati tre ma ci volevano anche parecchi sostegni perché quei tre rami non si piegassero troppo in basso, ora è un tripudio di foglie verdissime e di nuovi germogli.
Altri vasi, che avevano ospitato dei gerani, uccisi in agosto da quella farfalla-verme che se li mangia dall’interno, si sono riempiti di semi di passaggio, e hanno dei trifogli, delle pianticelle sconosciute, che credo che lascerò lì. Un paio di gerani hanno incredibilmente resistito, e vanno premiati.
Ho pensato a mia mamma, che mi diceva che le piante vanno guardate, e che solo se hai il tempo di dedicartci stanno bene, e che insomma le piante sono cose da pensionati, da vecchi. Ho pensato a quel bel libro Verde brillante, di Stefano Mancuso, che spiega quanto le piante sono intelligenti, essendo costrette a stare ferme in una natura in cui tutto si muove, e hanno strategie sofisticatissime per difendersi dagli attacchi degli animali, degli insetti, delle altre piante. Ho pensato a un altro bel libro, La resilienza del bosco, di Giorgio Vacchiano, che racconta come vivono i boschi, come sopravvivono agli eventi estremi, come quegli eventi estremi (incendi, tornadi) vengono usati per sopravvivere.
Ho pensato non è che le piante o la natura ci parlino o ci mandino dei messaggi. Loro, anche le piante del mio balcone, stanno lì e fanno il loro lavoro. Stanno immobili nell’inverno, nei tempi cupi della poca luce e del freddo; si risvegliano a primavera, si godono il sole, tirano un sospiro di sollievo pur sapendo che magari la mattina dopo torna il freddo (così pare che sarà stanotte e poi domani e per qualche giorno). Non la fanno tanto lunga. Se c’è un messaggio per noi, nel modo in cui vivono e fioriscono e poi anche muoiono, sta a noi capirlo e a noi studiarlo.
Basta essere pigri e aspettare la manna dal cielo. Soltanto i dilettanti aspettano l’ispirazione: tutti gli altri si rimboccano le maniche e lavorano.
Buon sabato!
Anna da Re
Ottima conclusione!
"Mi piace""Mi piace"