Siccome i nostri fantastici mezzi tecnologici ci consentono di fare la maggior parte delle cose immateriali che facevamo prima, anche il gruppo di lettura a cui appartengo ha deciso (e io gli ho dato una spinta, perché lo trovo proprio bello) di fare un incontro virtuale.
Il libro che era stato scelto è Il dottor Zivago di Boris Pasternak, grande romanzo che avevo letto da giovane… 20 anni fa? 30? non ve lo saprei dire ma di sicuro tanto, tanto tempo fa. L’appuntamento con il gruppo doveva essere più avanti, e quindi quando ci troveremo qualcuno avrà finito il libro e qualcuno no, ma parleremo anche di quello che succede durante la lettura, che se ci penso è una cosa di cui ci si occupa davvero raremente. Eppure per tanti di noi è un’esperienza così intensa e talora totalizzante, che davvero ci dovremmo prestare più attenzione.
Io ora sono circa a metà del libro. E sulle orme di Leggere Lolita a Teheran avrei quasi voluto intitolare questo pezzo Leggere Il dottor Zivago durante l’emergenza Coronavirus. Poi ho deciso di rimanere fedele alla sequenza dei giorni del mio diario.
Quando avevo letto questo romanzo da ragazza, e poi ovviamente avevo visto il film, il ricordo che avevo conservato era quello di una grande, struggente storia d’amore. Ora invece quello che mi ha più colpito è il racconto della rivoluzione. Non avevo conservato memoria di quanto fosse importante, di quanto non fosse solo un contesto, uno sfondo, ma di quanto fosse la sostanza del romanzo.
E sebbene io non pensi assolutamente che quella che stiamo vivendo è una guerra, e sia anzi assolutamente contraria a chi usa la metafora della guerra per descrivere la nostra condizione, ci sono, nel racconto di come cambia il mondo, di come cambia il modo di vivere di ciacuno e di tutti, con una rivoluzione come è stata quella russa, degli elementi e dei momenti che mi hanno ricordato il tempo presente. Per cui ecco, l’ho trovata una lettura altrettanto, se non più adeguata al momento, di La peste o Cecità, che sono come sapete i libri a cui le persone si sono rivolte per trovare una guida, una fiaccola, un lumicino che gli indicasse la strada.
Dunque con grande slancio continuerò la mia lettura di Il dottor Zivago, e intanto buona fine domenica (che intanto si sono fatte le cinque passate!)
Anna da Re
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