Continua la nostra quarantena e continua la ridda di informazioni discordanti e frammentari, di commenti disordinati, di frase buttate là oggi e contraddette domani. E quindi bisogna mettersi in quarantena anche da quello, che non è sempre facile perché bisogna anche informarsi.
E sicuramente il modo migliore per navigare in questo caos è quello di pensare con la propria testa.
A proposito di questo, e di sicuro con più profondità e titolo di me, ha scritto oggi Sara Gamberini in un post bellissimo e perfetto su Facebook. In cui si parlava di libertà e responsabilità.
Certo pensare con la propria testa implica prendersi delle responsabilità. Peraltro è abbastanza difficile pensare di vivere senza prendersi delle responsabilità. E poi pensare con la propria testa vuol dire stare attenti a noi stessi, a quello che ci succede, vuol dire farsi delle domande, tenere aperti dei problemi, convivere con l’incertezza. Vuol dire guardare dentro e non sempre fuori. Partire da dentro, da noi stessi e non dagli altri.
Ce lo dicevano i nostri genitori, pensate con la vostra testa, quindi non è proprio la novità del secolo. E da piccoli, da giovani, non capivamo bene la portata di quell’esortazione. Bisogna cresce e diventare adulti (e responsabili) per capirlo appieno. Ma era un’indicazione preziosa, che ora risuona nella mia testa, e di sicuro non solo nella mia.
Per cui dai, ancora una volta non siamo pigri e recuperiamo questa nostra abilità fondamentale. Ci sentiremo più liberi, e anche più sicuri di quello che stiamo facendo. Più autonomi, e più leggeri.
Io davvero cerco di farlo sempre, e continuerò a farlo anche dopo l’emergenza. Perché se no che ce ne faremmo del libero arbitrio?
Intanto buona giornata!
Anna da Re
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