Passato il giorno 31 come conto i giorni? Non sono abituata ad andare oltre il 31, a quel punto si ricomincia da 1; ma questa è una quarantena, e i giorni allora sono 40, come minimo.
E stamattina, a parte questo dettaglio, pensavo alla sindrome del soldatino. No, questa volta non è un libro. È quell’approccio alle cose in cui il dovere viene prima di tutto. Premesso che io credo nel tener fede agli impegni, nel fare la propria parte, nell’essere seri e rigorosi, nel lavoro ben fatto anche se nessuno lo vede e lo loda, forse ci dovremmo anche ricordare che non siamo soldati. Non solo perché, come ripeterò fino allo sfinimento, non siamo in guerra e thank god per questo. Ma perché va bene suddividersi le giornate e organizzarsi e fare tutto quello che si faceva prima e studiare e leggere, però il tempo libero? Quel tempo non preorganizzato, improvvisato, magari anche vuoto? Quello dov’è andato a finire? Lo dico per me, ma non credo di essere l’unica.
All’inizio credo che ci fosse un po’ di horror vacui. Per quelli come me non abituati a stare a casa o ad avere la casa come centro delle loro attività, c’era la preoccupazione di come organizzarsi le giornate e il timore di non avere abbastanza da fare. Timore che si è rivelato totalmente infondato, che anzi alla fine di sicuro io ma non penso solo io di daffare ne ho fin troppo.
Al punto che stamattina mi sono guardata e mi son detta, ehi, sei di nuovo qui che fai il bravo soldatino, prima fai questo poi fai quello, la call con tizio e con caio, le email, Whatsapp, le letture… ma un minuto libero? Un momento che non fai nulla? O che fai quel che ti viene in mente?
Ecco, insomma, anche il nuovo equilibrio richiede continui aggiustamenti. Intanto sogno le montagne, e penso a quanto sarà bello tornarci!
Buona giornata!
Anna da Re
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