Ebbene siamo nella fase 2 ma non ho cambiato il titolo del diario. Che tanto sarebbe stato #iorestoacasamaognitantopossouscire, alla fine non troppo diverso nella sostanza ma molto meno riconoscibile e più difficile da leggere. Il parco è ancora chiuso, in montagna ci può andare solo chi ci arriva a piedi da casa. Ci sono giusto le librerie che hanno riaperto, prima o poi vado a farci un giro.
A pranzo ho mangiato i fagiolini. Sono una delle mie verdure preferite, e quindi quando sabato scorso sono andata dal fruttivendolo e li ho visti molto belli, pur sapendo che non è ancora stagione e che vengono da chissà dove, non ho resistito e li ho presi. Li ho cucinati al vapore, che quando le verdure sono buone una scottata e un filo d’olio extravergine di oliva a crudo è la morte loro.
E ai fagiolini sono legati un sacco di ricordi. Mia mamma li faceva spesso, ovviamente d’estate perché noi siamo cresciuti che frutta e verdura aveva una stagione, quindi sono un cibo dell’infanzia.
Ma quando sono arrivati i miei nipoti, e per un bel po’ di anni facevamo una cena di famiglia il venerdì sera, quando c’erano i fagiolini non so come si era creata un’abitudine, che io ne condivo un bel po’ nel mio piatto, e i nipoti mangiavano dal mio piatto insieme a me. Perché ah come li condivo io i fagiolini nessun altro mai. Perché è divertente e si fa solo con la zia, di mangiare dal piatto degli altri. E insomma uno dei bei ricordi, con i nipoti, è questa condivisione dei fagiolini. Che erano sempre buonissimi, perché mia mamma sapeva che ci piacevano e li comprava solo quando erano sottili, senza filo e senza semi.
E poi ci sono i fagiolini della mensa. Indipendenti dalle stagioni perché probabilmente comprati surgelati. Abbastanza orrendi, a volte addirittura immangiabili, perché con tanto filo da strozzarsi, con dentro i fagioli già quasi pronti da mangiare a parte, e spesso stracotti… però in mancanza di altro o perché comunque ai fagiolini non si può resistere, abbiamo sempre insistito a prenderli. E ricordo in particolare dei pranzi con gli amici Francesco e Chiara, a commentare come si fa a rendere cattiva una cosa così buona e semplice come i fagiolini. Ma si sa che c’entrano le stagioni, la cottura, la cura. E insomma la nostra mensa aziendale che ci serve comunque così bene, sul fronte fagiolini ha un’ampia area di miglioramento.
Ma per fortuna con lo smart working pranzo a casa, e diamo il via alla stagione dei fagiolini!
A voi buona giornata
Anna da Re
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