La mia storia con la montagna è lunga e piena di cambiamenti, rotte perse e ritrovate, sentimenti contrastanti e tardiva pacificazione. Come ogni storia che si rispetti.

Dopo essere andata per tutte le estati tutta estate in montagna, non ne potevo più. A ventanni avevo voglia di viaggiare, di vedere il mondo e per quanto belle le montagne mi sembravano anguste e limitate. E per tanti anni sono andata in montagna soprattutto d’inverno. D’estate mi capitava, mi piaceva, ma era una tra le tante cose che desideravo fare. Spesso parecchio in fondo nella lista.

Poi, diciamo negli ultimi 6 o 7 anni, ho ritrovato e riscoperto la montagna. Ultimamente anche stando nei rifugi, rimanendo in quota per un po’. Era giusto l’anno scorso di questi tempi che con alcune amiche facevamo un pezzo di un’Alta Via delle Dolomiti.
Quest’anno, che è tutto complicato e strano, abbiamo fatto un meraviglioso weekend lungo in Val Formazza. Posto che non avevo mai visto ma che anche per questo avevo molta voglia di visitate. E mi è piaciuto davvero tanto. Montagne maestose, alte, severe. Ghiacciai che si sono ristretti ma ci sono ancora, cime granitiche, morene, scoscesi, avvallamenti coperti di muschi e licheni. Un silenzio profondissimo. Una bellezza austera, di grande portamento. Due stambecchi. Molta acqua, dighe, al fondo valle centrali elettriche di quelle che costruivano nel secolo scorso, come dei palazzi.

Abbiamo camminato tanto, e siamo arrivate in alto, a 3.373 metri. Che è una cosa speciale, così speciale che non la so descrivere. Guardare dall’alto, vedere montagne dopo montagne in sequenza, e sotto vallette, paesini, stradine, tutto quello che normalmente ci sembra così grande e importante e che visto da lì è un plastico, un giocattolo. Si arriva così in alto con tanta fatica, e forse anche per questo lo sguardo che si ha sul mondo in quel momento è diverso da quello abituale.
Vi ho lasciato qualche foto, e se vi dovesse capitare di andarci non esitate, vale davvero la pena!
Intanto buona giornata
Anna da Re
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