In realtà non ho troppa voglia di scrivere di Sanremo. Ho passato la giornata lottando cercando di attivare il nuovo computer, trasferire i dati, far funzionare tutto, e quando pensavo che finalmente c’ero riuscita ho dovuto comunque riaprire tutti i programmi, recuperare le password e insomma sono veramente stufa. Soprattutto le password, io non ne nego la necessità ma ne abbiamo troppe, non siamo in grado di ricordarcele, le dobbiamo cambiare e questo ci manda ancora più in confusione.
E quindi torniamo a Sanremo, che è sempre una certezza e che giustamente mia sorella dice è un po’ come il mondo, c’è di tutto, il bello e il brutto, il piacevole e il ridicolo, e cosa c’è di meglio per rilassarsi che guardarsi intorno? Il nostro prossimo non smette mai di sorprenderci!
Ora la serata di ieri ha visto confermata la tendenza che si intuiva la prima sera: gli uomini mettono la giacca. Per qualche ragione non è mai della loro misura. Sembrerebbe che sapendo di andarci con un certo anticipo, potrebbero andare da un buon sarto, o farsi un giro per i negozi. Invece sicuramente devono farsi vestire da qualche stilista, che immagino si impegni ad essere creativo e originale, tralasciando le misure che sono appunto una roba da sarti. Oppure hanno deciso che quest’anno le giacche erano grandi. Perché non posso dire oversize, che forse vale solo per la giacca di Madame, la pischella del Festival, molto carina ma ingoffata drammaticamente da un blazer che non solo era un paio di taglie più della sua, ma era di un tessuto che stava in piedi da solo. Io sono una fan dell’oversize, badate bene, che però ha delle regole precise, prima fra tutte quella di equilibrarlo con qualcos’altro di piccolo. Altrimenti fa quell’effetto goffo, di vestito ereditato…
Le donne invece a Sanremo mettono i guanti. E che bello, verrebbe da dire, pensando alla mitica Audrey Hepburn di Colazione da Tiffany, che non si è mai visto niente di più elegante. Ma anche qui, c’è stato un problema di misure. Forse con il Covid le forniture sono arrivare in ritardo o non sono arrivate, come i vaccini. E allora si è preso quello che c’era in guardaroba. Dei guanti neri per Laura Pausini, tutti una piega dal polso in su, che forse se li tirava su tutti le arrivavano all’ascella e le impedivano i movimenti, visto che aveva già un tabarro tutto luccicante ma piuttosto ingombrante. Dei guanti rosa shocking per La rappresentante di lista, che era come avvolta in un sacco informe rosa shocking, con una spalla scoperta e però tutti e due i guanti. Uno dei due sporgeva timidamente dal sacco. Quanto a Madame, lei aveva un guanto solo. Sembrava un guanto da guida, di un color ghiaccio simile a quello del completo oversize. E che dire, forse che due guanti uguali non si trovavano nei guardaroba della Rai? Chissà…
Ma non mi è piaciuto niente o nessuno, direte voi?
Mi sono piaciuti i Coma_cose. Lei aveva un vestito rosso damascato che era davvero carino e sì, molto scenico. Aveva anche gli occhi truccati di rosso, e una pettinatura discutibile in sé, corta corta salvo una sorta di coda dietro, ma che lei portava con grande disinvoltura e savoir faire. E anche lui stava bene con la sua giacca rossa damascata come quella di lei. E stavano bene così belli dritti uno di fronte all’altra, a guardarsi intensamente mentre cantavano.
Ecco, adesso si è fatta una certa e vi lascio.
Buona serata!
Anna da Re
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