#pandemia zona rossa. Anche le blogger nel loro piccolo si arrabbiano

Ve lo ricorderete, quel bellissimo titolo Anche le formiche nel loro piccolo s’incazzano. Ora quelle delle formiche sono arrabbiature dignitose, di quelle quando ce vo’ ce vo’.

Invece le mie arrabbiature sono molto più prosaiche, quotidiane, qualunque. E in genere quando sono arrabbiata non scrivo. Oppure scrivo e poi cancello, o lascio in bozze. Aspetto che mi passi. E passa, passa sempre, anche se alle volte ci vuole un po’ di tempo. Mia mamma diceva è passata anche a Napoleone. Che già l’Elba era irritante, figuriamoci quando lo hanno mandato a Sant’Elena. Doveva essere proprio imbufalito.

Per cosa mi sono arrabbiata, mi chiederete voi (o forse no, non lo so). Non ve lo dico di certo. Ve lo potete immaginare, nell’ampia casistica di riunioni troppo lunghe, comunicazioni dimenticate, colleghi che fanno il vostro lavoro, documenti in cui saltano le formattazioni, programmi che non si parlano. Come dicono gli americani, you name it.

Ed è proprio questo, il fatto che basta un attimo e perdiamo la centratura, quell’essere noi stessi che ci porta per la nostra strada. Fossero le sirene, almeno, che ci allontanano da noi stessi. Anche se il canto delle sirene nessuno sa come sia (e l’unico che lo ha ascoltato non ce lo ha raccontato). No, noi ci lasciamo fuorviare da piccole cose antipatiche, piccoli imprevisti che bastava non prevedere. Contrattempi che sono tali solo perché avevamo deciso in anticipo che le cose sarebbero andate come noi avevamo deciso.

Mentre si sa, il mondo va dove vuole lui, mica dove vuole ognuno di noi. Che vi immaginate che caos? Ben peggiore di quello che viviamo.

E ora se una cosa la pandemia ce l’ha detta forte e chiara, è che non siamo in grado di fare previsioni (io ci aggiungerei anche un meno male). Non solo previsioni di lungo periodo (anche perché come diceva Keynes “nel lungo periodo saremo morti”), ma nemmeno di breve o brevissimo. Andiamo incontro a quello che ci viene senza pensare già come sarà, come vorremmo o non vorremmo che fosse, come prevediamo che sia, come siamo certi che sarà. Non si accettano scommesse. È che è difficile impararlo. Più del tennis, più di qualsiasi sport o scienza o arte. Ci si deve continuare ad allenare. Restare concentrati. Frenare gli sbalestramenti della mente, che va sempre a zonzo senza una meta.

Dai, proviamoci.

Buona giornata intanto

Anna da Re

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