Niente segnale, siamo volontarie e montanare. In Val Masino

Una settimana senza segnale, ovvero senza Internet. Non sempre sempre senza, ma diciamo di base senza. Senza la continuità a cui i social e Internet ci hanno abituato. Avete presente quante volte controlliamo il cellulare? Il cellulare stesso ce lo dice ogni tanto, e ci stupiamo ma sappiamo che è vero.

Allora alla Casera dei Bagni, alla fine della Val Masino, non c’è segnale.

Ce n’è un pochino appena sotto, alla stazione metereologica, ma solo con certi provider. E sempre solo con certi provider, c’è un punto in cui si prende vicino a un albero, al ponticello che porta all’Infopoint dell’Ersaf, dove lavoravamo.

Calma un attimo, vi sento dire, qui siamo in medias res ma non ci hai detto dov’eri, perché, quando, come?

Allora ve lo dico. La mia prima settimana di ferie era una settimana di volontariato per Legambiente, che ha in affitto una casera in Val Masino e che gestisce l’Infopoint dell’Ersaf (Ente regionale per i servizi all’agricoltura e alle foreste). È stato bellissimo. Il tempo no. Il tempo è stato quasi sempre brutto. Ma ero con due mie amiche e mi sono davvero divertita.

All’Infopoint passava ben poca gente, visto il tempo inclemente, ma ne passava. E oltre alle informazioni facevamo il caffé (del commercio equo e solidale) e vendevamo alcuni prodotti. Distribuivamo cartine e depliant. Chiacchieravamo. Ci facevamo raccontare chi erano e che cosa li aveva portati in valle. Tra una visita e l’altra facevamo dei cruciverba pazzeschi, i più difficili della settimana enigmistica. Se tre teste sono meglio che una, ecco in quei cruciverba si vedeva proprio. Il paesaggio intorno era bellissimo. Una foresta di faggi e abeti, le rocce coperte di muschio (a dirci che non pioveva soltanto la settimana che eravamo lì noi), un profumo intenso di verde. Graniti solidi e intoccabili, con l’acqua che gli scorreva sopra in un’infinità di cascate e ruscelli. Montagne austere, boschi fittissimi e sopra i boschi rocce e ghiaia. Un paio di rifugi, molto in alto. Roba per gente che ha voglia di fare fatica. E sotto il grande albergo con le terme, chiuso da anni ma ancora integro, con le tende alle finestre e un’aria che potrebbe aprire da un giorno all’altro.

A casa, alla casera, l’umido ci si era fermato da secoli. Ma c’era anche una bella stufa a legna, e una cucina molto grande e molto attrezzata, e uno scaldabagno pure a legna. Quindi le mie due amiche si sono ingegnate ad imparare ad accendere il fuoco, devo dire con grandissimo profitto. Mentre io ero addetta alla cucina, avevo portato le provviste e pensato cosa cucinare, e direi che anche questo è andato molto bene. E poi c’erano le letture, le carte (Machiavelli, gioco per cui ho un debole), le chiacchiere. Il fuoco poi, lo puoi stare a guardare per ore, come il mare, senza stancarti mai.

E quindi, quel benedetto segnale che dà l’accesso a internet, diciamo la verità, non ci è mancato proprio.

Buona giornata!

Anna da Re

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