Di pioggia, lavoro d’estate e Antonio Pennacchi

Oggi piove. Non un temporale di passaggio. Proprio una bella pioggia da autunno. E fa freschino. Una strana estate. Il freschino mi va più che bene, la pioggia interferisce un po’ con la mia voglia di camminare, pedalare, giocare a tennis.

Ma non stai lavorando, direte voi? Si, in effetti sto lavorando ma essendo agosto non c’è molto da fare. Piccole cose, riordini, letture per settembre soprattutto. E fa un effetto strano, lavorare senza pressione e senza affanno e senza chiudere la sera segnandosi tutto quello che non si è riusciti a fare.

E ieri sera è morto Antonio Pennacchi. È stato un anno di grandi perdite, nel mio mondo. Ma di Pennacchi mi dispiace particolarmente. Non solo perché mi piacevano tanto i suoi libri, e lo avrei voluto leggere ancora. Ma anche perché era una figura unica tra gli scrittori. Vero operaio. Vero narratore. Vera persona, fatta a modo suo e che di certo non stava zitto o parlava o scriveva per comodo o convenienza o tornaconto. Quindi mi mancherà davvero.

Buona giornata intanto

Anna da Re

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