Pensieri sparsi e sparpagliati. Roba da weekend imminente

Come penso tutti, ricevo molte newsletter e molte notizie, troppe ovviamente. Spesso questo fa sì che per la maggior parte le ignori. Ormai senza alcun senso di colpa butto nel cestino email che non ho neanche aperto. Quando la ragione del buttarle è il mittente cerco di cancellarmi dalla newsletter (non sempre ci si riesce, alcuni ignorano la cancellazione e ti lasciano nell’indirizzario, forse costa di più toglierti che lasciarti lì, e poi non si sa mai che un giorno per sbaglio il messaggio lo apri). Quando invece è l’argomento mi limito al cestino.

Naturalmente finiscono nel cestino anche cose che mi potrebbero interessare ma in quel momento non ho tempo di guardare. La posta accumulata, oltre un certo limite, è ingestibile.

E poi capita che ogni tanto invece riesco a leggere qualcosa, stamattina era una di quelle mattine. E leggere fa sempre pensare. Non che uno non pensi senza leggere, ma leggere fa pensare a cose a cui altrimenti non si sarebbe pensato.

Per esempio c’era un newsletter sul marketing digitale, tema che mi sento in dovere di seguire per quanto non sia per niente nelle mie corde. Comunicazione e marketing sono confinanti, per qualcuno addirittura sono la stessa cosa. Per me sono profondamente diverse, ma i propri vicini vanno conosciuti se non anche frequentati. E il marketing digitale vive alcune condizioni simili a quelle di noi della comunicazione, ovvero la convivenza tra il vecchio e il nuovo. Volantini cartacei insieme a post su Instagram. Televisione e guerrilla. Non ci si sa decidere, il più delle volte e seguendo il famoso “per non saper né leggere né scrivere” si ricorre a ogni mezzo.

Io però, sulla convivenza tra vecchio e nuovo, sono piuttosto serena e nient’affatto disturbata. Sia perché non si può pretendere che il nuovo soppianti il vecchio così, senza neanche incontrare un po’ di resistenza. Sia perché sono spesso compenetrati, il nuovo e il vecchio. Leggi gli ebook ma leggi anche i libri di carta. Ascolti Spotify ma vai volentieri a un concerto dal vivo (a proposito, quello di ieri sera, gli otto violoncelli più soprano di Saudade, era davvero bello), fai la riunione online e vedi i tuoi colleghi felicemente di persona in mensa. E poi non è che il nuovo sia sempre meglio del vecchio, quindi magari se li facciamo convivere per un po’ poi possiamo scegliere meglio…

Ecco una newsletter che apro e non mi delude è quella del FAI, il cui vero difetto è che ti fa venire voglia di essere ubiqua… cosa che noi sbrindoloni per quanto ci sforziamo non riusciamo a essere! Però bisogna ammettere che qualcosa da visitare che è abbastanza vicino c’è sempre. Quando si decideranno ad allungare i weekend e accorciare le settimane lavorative? Mi pare che in qualche paese del nord ci siano già settimane con 4 giorni di lavoro e 3 di riposo… chissà.

Intanto buon weekend! Io spero di riuscire a fare un po’ di tennis, qualche lettura, raccogliere dei vestiti da portare alla raccolta per i profughi afghani al Memoriale della Shoah, la spesa di frutta e verdura, andare avanti a sferruzzare il pullover della mia amica, telefonarmi con mia sorella… oops, too much?

Anna da Re

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