Ottobre è uno di quei mesi che oggi c’è il sole e l’aria è tiepida e pensi che meraviglia molto meglio dell’estate, e domani piove a dirotto e fa freddo e dici ma sono passati dei mesi o soltanto delle ore?
Perchè sabato è stata una giornata bellissima. Ho fatto una “rimpatriata” con un amico che avevo conosciuto quando da bambini con i miei fratelli andavamo a Cortina e facevamo le gite collettive con le guide alpine. Ai tempi era normale essere tre o quattro fratelli e venire spediti in gita tutti insieme. La guida che avevamo era tremenda, una specie di generale che non ammetteva sgarri e teneva a bada lo stuolo di ragazzini con un pugno di ferro senza alcun guanto di velluto. Sisto si chiamava. Puntuale come un orologio svizzero, con un programma che non si modificava neanche sotto i peggio scrosci di pioggia, inflessibile su quando si poteva fermarsi, bere o mangiare. Educativo anche se un po’ estremo. Diego, così si chiama l’amico, veniva coi suoi fratelli. Ci sono delle foto in bianco e nero, molto tenere e belle, con i pantaloni alla zuava e i calzettoni fatti a mano, le camicie scozzesi e i pullover anche quelli fatti a mano, gli scarponi quasi più grandi di noi e pesantissimi. Poi ci siamo ritrovati parecchi anni dopo, adolescenti ma sempre in cammino sui monti ampezzani, io con i jeans e le Clarks, erano tempi di trasgressione, volevamo cambiare il mondo e cominciavamo da quello che si poteva, via gli scarponi seri e l’abbigliamento da montagna classico.
E poi è successo come sempre, che ognuno fa la sua strada e la sua vita e succedono mille cose e ci si perde. Per fortuna è anche successo che c’è Facebook e se si vuole ci si ritrova. All’inizio virtualmente, ma poi anche di persona. E cosa è meglio che trovarsi a sbrindolare in un sabato soleggiato e tiepido, in una città di grande bellezza come Bergamo? E ritrovarsi a chiacchierare come se non fossero passati i decenni. Non ho mai trovato una risposta al perché le amicizie cominciate da ragazzi se non da bambini riescano a passare intatte attraverso gli anni e riportarti con immediatezza alla familiarità e all’intesa di allora. Perchè ti regalino questo forte senso di continuità, come se riuscissi a sentire che sei sempre tu, che le esperienze accumulate e le rughe sono meno importanti di quel tuo essere unico, che era così 30 e 40 anni fa e che è tuttora così. Perché siano così più facili delle amicizie nuove, che pure cerchiamo e coltiviamo e di cui non faremmo mai a meno. Ci sia o non ci sia un perché, io la trovo una cosa bellissima.
E oggi va beh è un po’ diverso. Non ha smesso di piovere, abbiamo avuto una riunione fiume fino a oltre l’ora di pranzo, fa freddo, c’è poca luce. Arriva un’email dietro l’altra, l’elenco delle cose da fare è spuntato solo per metà. Però dai, è finito un weekend e presto ne comincerà un altro. La pioggia a un certo punto smette. E intanto ci si può fare un té caldo, e pensare a tutta la bellezza che ci circonda, a tutti i regali che la vita ci fa, a tutte le esperienze che ancora vivremo.
Buona serata!
Anna da Re
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