Anche se ultimamente sul blog sono poco presente, mi ricordo che ogni promessa è debito, e quindi sono qui con il secondo pezzo delle cose che sto leggendo.
Che sono anche cose che ho letto. Per esempio Questo post è stato rimosso di Hanna Bervoets, che vi confesso mi ha lasciato un po’ scontenta perché affronta un tema importante e anche disturbante, nello specifico il lavoro di controllo dei post che per la loro violenza, offensività, oscenità o altro potrebbero venire rimossi. Tra tutti i lavori nuovi che i social hanno creato c’è anche quello. E non è bello. Avere a che fare con il peggio che gli esseri umani possono pensare e scrivere e filmare e voler postare. Quindi onore al merito della scrittrice che ha portato alla luce qualcosa che tutti sapevamo ma di cui non ci volevamo occupare. Peccato secondo me che poi a un certo punto si perda il filo, e non si sa più se si sta parlando dei post, delle persone che li controllano, della relazione tra due donne o del turbamento di una…
Ho letto Centoventisei, di Ezio Abbate e Claudio Fava, che è un piccolo libro in cui parlano due mafiosi e la moglie di uno di loro. I due mafiosi sono incaricati di rubare la Centoventisei che poi servirà per far saltare in aria Borsellino e la sua scorta. Loro non lo sanno, perché naturalmente un’organizzazione come la mafia non è orizzontale e non ritiene che sia necessario sapere a che scopo si fa una cosa per farla bene, anche perché lo scopo è sempre uno solo, ammazzare. E i mafiosi che raccontano, pezzi di piccolo calibro, esecutori, omucci, sono raccontati benissimo nel loro squallore e nella loro pochezza, hanno la voce dei criminali qualsiasi, di quelli che nella vita prendono le scorciatoie e pazienza se poi si ritrovano a uccidere regolarmente e pure gli amici. Quelli che sono anche innamorati della moglie ma pensano che lei viva in una beata ignoranza e non abbia idea di quello che fanno per vivere. A ripensarci fanno un po’ rabbia, ma mentre li leggi ne senti anche l’umanità. Perché chissà, in certe condizioni, in certi contesti, anche noi che ci atteggiamo a brave persone, forse non riusciremmo a esserlo…


E sto leggendo due cose belle. Ho quasi finito L’elbano errante di Pino Cacucci, un romanzo di cappa e spada come se ne facevano una volta. L’elbano è un soldato di ventura, dedicato alla vendetta contro i Turchi che gli hanno incendiato la casa con dentro la madre e rapito la sorella per rivenderla al mercato degli schiavi di Algeri. In un Rinascimento per niente idialliaco, le guerre e le battaglie si susseguono in continuazione e le efferatezze e gli orrori non risparmiano nessuno. Ma uno scrittore sa dove ti può portare e dove no, e Cacucci ha sempre ben presente il limite oltre il quale non lo seguiremmo, e non lo oltrepassa mai. E c’è sempre, nel cuore del suo elbano, la consapevolezza di quanto la vendetta è atroce anche per chi la commette; insieme all’incapacità di fare altrimenti.
Sono invece a metà di La città fra le nuvole di Anthony Doerr. Avevo letto Tutta la luce che non vediamo, qualche tempo fa, e mi era piaciuto, mi aveva avvolto e sedotto con grande dolcezza. E anche questo è un romanzo pieno di fascino. Ci sono diverse storie che non si sa come si intrecceranno, dove si incontreranno, ed è bello al momento essere in mezzo, ogni poco essere condotti in un’epoca diversa, e semplicemente lasciarsi portare dalla corrente, dove e quando arriveremo non importa.
Direi che anche per oggi vi potete accontentare. La prossima settimana si vedrà.
Intanto buona serata e buon weekend
Anna da Re
Il commento di un grandissimo come Ian McEwan, sul primo romanzo, me lo farebbe leggere a scatola chiusa, ma chissà come si procurano certi interventi …. il dubbio è legittimo
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Però McEwan non metterebbe il suo nome di fianco a un nome che non stima… che ne pensi?
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Mah, ho espresso il dubbio sulla base delle tue critiche, ma forse dovrei parlare solo dopo averlo letto anch’io. In ogni caso, non riuscirò mai a leggere tanto come te 🙂
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