Ogni tanto interrompo il lavoro. Mi faccio un caffè, avvio la lavatrice, impasto il pane, raccolgo i panni. E tutte le volte mi chiedo come possa un’interruzione così piccola e irrilevante coincidere con l’accumulo di messaggi che subito si crea nella casella della posta elettronica. Quasi tutti messaggi da leggere, mica junk.
Oggi è una giornata d’autunno paradigmatica. Piove di quella pioggia leggera e costante, che fa bene alla terra. Fa freschino ma non freddo. La prossima interruzione sarà una passeggiata igienica, stivali di gomma e giaccavento, berretto e guanti. Se arrivo fino al parco magari riesco a fare qualche foto senza distruggere il telefono.
Oggi è anche venerdì, e la somma delle settimane pesanti (in cui all’eccesso di lavoro si sono aggiunti l’eccesso di nervosismo diffuso e le preoccupazioni della nuova ondata di pandemia) si fa sentire e un po’ ho voglia di uscire un po’ ho voglia di riprendere il mio libro, mettere i piedi sotto la coperta di Moessmer che tengo sul divano e teletrasportarmi altrove.
Ma resisterò e finirò il lavoro della giornata (in realtà questo lavoro non è mai finito, a un certo punto lo si interrompe per necessità di sopravvivenza). E poi arriva il weekend.
Che auguro buono a tutti. Potrebbe essere l’ultimo, per un po’, in cui ce ne andiamo in giro per regioni diverse dalla nostra!
Anna da Re
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