Cose che leggo e cose che ascolto: Alessandra Carati, Alexander Langer e le attivazioni cerebrali

Alle volte cose disparate, o cose che vengono da momenti diversi e ambiti diversi, si mettono insieme senza che neanche lo cerchiamo.

Cerco di andare con ordine.

Sabato ero in giro per Bookcity, e tra le tante presentazioni, da seguire per lavoro o per passione, il pomeriggio alle 18 sono andata all’incontro con Alessandra Carati. L’ho fatto perchè il suo libro, E poi saremo salvi, mi era piaciuto molto e tornato in mente spesso dopo averlo letto. L’ho fatto anche perché avevo conosciuto Alessandra personalmente, e parlare con lei era stato interessante, arricchente ma anche semplice e familiare. L’ho fatto perché ho imparato che spesso ascoltare gli autori aggiunge ai libri letti qualcosa che non ci si immaginava, e attiva quelle parti del cervello che altre cose non attivano.

E in questo caso è successo più intensamente che altre volte. E poi saremo salvi racconta la storia di una famiglia che fugge dalla Bosnia in guerra e viene in Italia. La salvezza sembra stare nel passare il confine. Ma nonostante l’accoglienza calorosa da parte di una famiglia, nonostante il padre lavori, nonostante la figlia studi con profitto, nonostante il figlio, di cui la madre era incinta quando è partita dalla Bosnia, nasca a Milano sano, la loro condizione di diversità, di alterità è insormontabile e segna il destino di tutti. Ed è su questo tema che Alessandra Carati si è soffermata, e si è riagganciata ad Alexander Langer.

Ora forse non ve lo ricordate ma ad Alexander Langer è dedicato il circolo di Legambiente in cui lavoro come volontaria. Langer è forse ancora oggi il pensatore che più ha contribuito all’ecologia come noi di Legambiente cerchiamo di praticarla. Una cosa complessiva, inclusiva, un approccio alla vita, nostra e di tutto quello che ci sta intorno. In questo spirito il diverso, l’altro, è da accogliere come un nostro pari; mentre quasi sempre il nostro atteggiamento verso i profughi, verso chi ha cultura, una religione, un modo di essere diverso contiene un senso di superiorità che proviamo senza neppure rendercene conto. Il rapporto con il diverso potrebbe anche non essere così complicato, così foriero di conflitti e problemi. Se facessimo un lavoro alla base, alla radice. Se andassimo dentro noi stessi tanto per cominciare, a vedere tutte le volte che, per paure e timori e vecchi schemi, il sentirci superiori pensiamo ci protegga e ci metta al riparo dalla complessità, dall’imprevedibilità, dall’ingovernabilità della vita.

E un piccolo aiuto può venire dai libri: da quelli di Alexander Langer, da quello di Alessandra Carati.

Ecco, questo è il bello di poter ascoltare gli scrittori, attivare connessioni impensate, cercare di capire. Grazie Bookcity.

A voi buona giornata

Anna da Re

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