Ucraina, Russia, Dostoevskij e Paolo Nori

L’avete capito, trovo piuttosto difficile scrivere in questo momento. Scrivere qualcosa che non sia ovvio e banale, che abbia un certo respiro, e pure un certo senso.

Direi che mi posso appoggiare a Dostoevskij e a Paolo Nori.

Avrete seguito la ridicola vicenda per cui l’università Bicocca ha prima cancellato il corso e poi lo ha rimesso in piedi, qualche ora dopo.

La vicenda non la commento perché non ne ha bisogno e perché l’hanno fatto in molti e molto meglio di come potrei farlo io.

Io invece vi posso dire che il libro di Paolo Nori è molto bello, e soprattutto che leggere i romanzi che parlano degli altri paesi è uno dei modi più accessibili, più semplici e anche più belli per conoscere, capire, rendersi conto che ci sono tanti modi diversi di vivere ma al mondo c’è posto per tutti. Quelle frasi tipo i russi sono tutti infidi, gli americani sono ignoranti e i francesi sono supponenti, quelle frasi dopo aver letto un po’ di romanzi stranieri non riuscirete neppure più a pensarle, figuriamoci a dirle o sostenerle. E non saranno solo i luoghi comuni ad essere smantellati. Lo sarà l’idea che un popolo sia tutto uguale, che si possa dire i russi sono così e gli italiani sono colà.

E soprattutto verrà una gran curiosità di andarci, nei paesi di cui si leggono i libri. Di andare a vedere con i nostri occhi se i posti sono davvero come ce li hanno raccontati. Di portare i nostri passi dove prima sono stati quelli degli eroi e delle eroine che abbiamo amato. Di mangiare quei cibi, guardare quegli alberi, vedere quei tramonti, bagnarci in quel mare o in quel lago e correre per quei prati.

E questo è l’antidoto migliore alle guerre. Come tutti gli antidoti, è efficace solo in certe condizioni. E sappiamo che l’essere umano fa la guerra da quando è sulla terra. Ma ci potremmo evolvere. Potremmo cambiare un pochino, non troppo. Quel tanto che basta per evitare che ogni generazione abbia la sua guerra da dimenticare e da ricordare.

Buona giornata

Anna da Re

2 risposte a "Ucraina, Russia, Dostoevskij e Paolo Nori"

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