Ci tengo a dirvelo fin dal titolo, queste fatiche di cui vi parlo, brevemente lo giuro, non c’entrano con il Salone del Libro di Torino, o insomma non molto.
Le fatiche sono così, si concentrano e si sommano e ti mettono alla prova. Che poi sono stupide, a mettere alla prova una come me, signora after fifty nata nel secolo scorso, che di fatiche ne ha fatte e ne farà.
E non sono neppure fatiche fisiche. Sono l’essere costretta a passare da Mac a Windows, da un mondo chiaro e immaginato per gli utenti a uno comprensibile solo dagli informatici. Sono i collegamenti con le reti, che si perdono nel bel mezzo di un messaggio e non si sa quando si ripristinano. Sono la contemporaneità di social e email e telefoni e messaggi che non sai mai dove ti arriveranno e se li aspetti li devi cercare ovunque. Sono il cambiamento di contratto da Enel a Dolomiti, che sembrava tutto fatto e poi si scopre che un numero era sbagliato. Sono la tessera elettorale da ritirare, i vestiti da cercare che il caldo è arrivato per restare, lo sciopero dei treni che invece non c’è e però intanto io ho fissato per andare a Torino in macchina e sono un po’ indecisa ma alla fine credo prenderò la macchina. La quale macchina è stata sotto un albero che piangeva resina e deve essere lavata a tutti i costi. Sono gli appuntamenti di Torino che si spostano, i libri da ricordarsi, la valigia da fare stasera, gli scatoloni che sono arrivati ieri in ufficio perché non si è finita una spedizione che ne comincia un’altra.
Ma basta. Mi fermo. Che mi stanco solo a fare l’elenco. Ce la faremo come ce l’abbiamo sempre fatta.
Buona serata
Anna da Re
Ps pure correggere il correttore automatico è una fatica!

Ho un PC e un iPad, preferisco di gran lunga il primo
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