Non sono una scrittrice.
Però scrivo. Come tutti e anche un po’ di più.
Su questo blog e sui social scrivo direttamente dal telefono. È veloce, immediato, si vede subito come apparirà.
Quando però devo scrivere qualcosa di più complesso, la recensione di un libro, un articolo, un testo che abbia uno sviluppo, torno alla carta e alla stilografica. Ho una Montblanc che non cambierei per nulla al mondo. Scorre fluida e segue il pensiero, lo guida.
Uso un quaderno, spesso quaderni americani che mi regala mia sorella. Qualche volta una Moleskine. O quel che trovo: quello della foto in realtà è un’agenda, troppo grossa e pesante da portare in giro.
Quando finisco un quaderno lo metto in uno scaffale della libreria di papà. Raramente li riapro, i quaderni archiviati, ma non me la sento di buttarli.
Quello che ho scritto lo lascio un po’ a riposare, come gli impasti. E quando copio cambio ovviamente parecchio. Parole, punteggiatura. Metto in bella copia, si diceva una volta. Rifinisco. Ma l’ossatura, quella resta invariata.
Per me funziona.
E per voi?