Non sono una scrittrice.

Però scrivo. Come tutti e anche un po’ di più.

Su questo blog e sui social scrivo direttamente dal telefono. È veloce, immediato, si vede subito come apparirà.

Quando però devo scrivere qualcosa di più complesso, la recensione di un libro, un articolo, un testo che abbia uno sviluppo, torno alla carta e alla stilografica. Ho una Montblanc che non cambierei per nulla al mondo. Scorre fluida e segue il pensiero, lo guida.

Uso un quaderno, spesso quaderni americani che mi regala mia sorella. Qualche volta una Moleskine. O quel che trovo: quello della foto in realtà è un’agenda, troppo grossa e pesante da portare in giro.

Quando finisco un quaderno lo metto in uno scaffale della libreria di papà. Raramente li riapro, i quaderni archiviati, ma non me la sento di buttarli.

Quello che ho scritto lo lascio un po’ a riposare, come gli impasti. E quando copio cambio ovviamente parecchio. Parole, punteggiatura. Metto in bella copia, si diceva una volta. Rifinisco. Ma l’ossatura, quella resta invariata.

Per me funziona.

E per voi?


2 risposte a “Come scrivere: un quaderno e la Montblanc”

  1. Avatar Roberto Borri

    Da bravo organista, preferisco adoperare la tastiera di un elaboratore: scrivere a mano mi stanca moltissimo la mano, ancorché la mia scrittura sia chiara, sono molto lento, ragion per cui limito l’uso delle penne, stilografiche od a sfera quali esse siano, al minimo indispensabile.

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  2. Avatar Paola Bortolani

    Alterno, mano e pc, mi piace l’idea di lasciare traccia della mia scrittura

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