Dopo l'ubriacatura c'è l'hangover: ubriacatura di shopping di moda compresa. Ma perché lo facciamo (e me lo chiedo io che non sono una binge shopper)? Perché continuo a comprare vestiti nonostante un guardaroba pieno di vestiti che adoro? Bella domanda, eh? Ve lo siete chiesti anche voi? Oppure siete molto sagge?
E’ una domanda interessante, a cui non sono sicura di avere una risposta. Ciò nonostante, o proprio per questo, è una domanda che vale la pena di porsi.
E’ una domanda che mi è balzata agli occhi studiando la Fashion Revolution, leggendo un po’ di articoli su tutti i problemi provocati dall’industria della moda. Perché una delle cose più evidenti è la quantità. La quantità di vestiti che vengono prodotti è aumentata a dismisura. E vengono quasi tutti comprati da gente che di vestiti ne ha giù molti e quindi non ne ha affatto bisogno. Gente come me, che ha già un gran guardaroba e che alle volte fa fatica a farci stare quello che ha appena comprato. Gente come me, che ha più vestiti che tempo per indossarli.
Che è anche un po’ un problema generale del nostro tempo, delle nostre società: più informazioni di quelle che possiamo ricordare, più libri di quanti ne possiamo leggere, più film di quanti se ne possano guardare, più cibo di quel che possiamo mangiare…
Greenpeace e Fashion Revolution stanno facendo delle campagne per convincere o far capire alla gente di comprare meno, di essere più attenti ai loro vestiti, di amarli di più, di usarli e riusarli.
Dicono che lo shopping è come il binge drinking, qualcosa di fuori controllo e che finisce con un hangover (sensi di colpa e mal di testa compresi).
Hanno anche verificato che comprare online ha peggiorato le cose. Chi compra online compra in modo impulsivo e compulsavo, e dopo spesso se ne vergogna. Non racconta agli altri quando ha comprato e quanto ha speso.
Ovviamente, ci sono tanti motivi dietro a questi comportamenti. E ci sono anche sociologi e psicologi che cercano di studiare questi fenomeni su larga scala, come fenomeni sociali appunto.
Ma sapete che io penso che ognuno di noi faccia la sua parte.
E quindi sarò quella che comincia.
Di sicuro sono una di quelle persone che comprano i vestiti non perché ne hanno bisogno. Ho un bel guardaroba pieno di vestiti che mi piacciono e che indosso. Non ho quasi scheletri. I vestiti che non porto li regalo o li scambio.
Però mi ricordo che un paio di estati fa ho notato per la prima volta che il numero di vestiti estivi che possiedo è di gran lunga superiore al numero di giorni d’estate che ci sono dalle mie parti. Anche perché ci sono i giorni di vacanza in cui metto poche cose e molto pratiche.
Mi ricordo che il pensiero mi è venuto facendo il cambio del guardaroba, cercando di decidere cosa tenere e cosa dar via. Tuttavia non c’era praticamente nulla che avrei dato via. Semplicemente avevo troppe camicie, troppe gonne, troppi pantaloni e troppe magliette e soprabiti! E avevo deciso di non comprare niente.
Gli inverni da noi sono più lunghi, ci si mette più strati. Ma di sicuro avrò delle cose che non riesco a mettere, per un semplice eccesso di numero. Mi fa un po’ paura guardarci…
Io mi contengo abbastanza, rispetto agli acquisti. Cerco di comprare solo cose che mi piacciono davvero tanto, tanto, tanto. Le provo e ci penso prima di comprarle. Cerco cose di una certa qualità. Che si possano facilmente combinare con tutto il resto del mio guardaroba.
E mi faccio i maglioni da sola. Amo i miei vestiti. Me ne prendo cura, li lavo con delicatezza, li piego perbene, li metto via con attenzione, ben riposti.
Ma comprare i vestiti mi piace.
E qualche volta li compro.
Perché?
Credo che mi piaccia la varietà. Mi piace la bellezza quando e dovunque la incontro. Mi piace essere vista e considerata una persona che veste bene, che ha gusto, personalità, e che ogni tanto osa. E sono una fashion blogger!
Qual è invece la vostra risposta?
Avete voglia di dirmela? Di scrivermela (anche su Facebook o su ciabattinasx@gmail.com)?
Aspetto fiduciosa!
Buona giornata
Anna da Re
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