Vi ridico che penso di essere una donna fortunata? Ma sì, ve lo ridico. Ci sono milioni di ragioni, e una delle ragioni è la serata di ieri a Milano, da Colibrì, una deliziosa libreria con bar vicino all’Università Statale. Di cui vi ho sicuramente già parlato. E che ha sempre avuto uno spazio fuori, ma da dopo il Covid l’hanno ingrandito e ora è una specie di isola cittadina. Ieri c’era un incontro per cui mi ero prenotata, intitolato Le parole per dirlo, in cui si parlava della narrazione del cambiamento climatico. Ci sono andata come Legambiente oltre che come me stessa, e con le amiche socie di Legambiente, ed è stato proprio interessante e piacevole e utile.
C’erano Fabio Deotto, di cui ho comprato il libro L’altro mondo, la vita in un pianeta che cambia, Siri R.H. Jacobsen, autrice di Lettere tra due mari e Andri Snær Magnason, il cui libro Il tempo e l’acqua avevo preso almeno un anno fa ma non ancora letto. Ora vi confesso che tra i miei vari progetti per Legambiente ce n’è uno che è lontano dal realizzarsi ma non per questo mi è meno caro, e cioè di creare una piccola biblioteca di libri che hanno per tema l’ambiente ma sono belli e piacevoli da leggere, libri da far circolare e che aiutino a capire ma nel modo in cui fanno i romanzi, ovvero attraverso le storie, attraverso il racconto e le emozioni che la narrazione ci suscita.
Quindi l’incontro di ieri era perfetto per me, e non solo per me.
Perché davvero trovare le parole per dire che cos’è il cambiamento climatico, perché ci riguarda inevitabilmente, e perché ci sono cose che ognuno di noi può fare a dispetto di tutto, è difficilissimo ma fondamentale. E i libri ci possono di certo venire in aiuto. Sì, direte voi, in un paese in cui si legge poco o niente, hai proprio trovato la chiave magica! Eppure i tanto famigerati libri, e tutto quello che gli ruota intorno, sono quello a cui si ricorre quando l’informazione gratuita e parziale e a volte sommaria di internet e dei social hanno mostrato le loro limitazioni. Non a caso è proprio dopo il Covid che le vendite dei libri sono aumentate, e no, non è una questione di avere più tempo, è una questione di bisogno di capire e di come e dove questo bisogno può trovare delle risposte.
Ma soprattutto i libri raccontano delle storie. Che sono quello che noi umani cerchiamo. Quello che ci leggevano da piccoli, quando ascoltavamo e riascoltavamo e non ci stancavamo mai della stessa storia. Quello che troviamo nei film e nelle serie Tv, che spesso e nei casi migliori sono tratti dai libri. Quello che facciamo anche con le nostre vite, che mettiamo in ordine e rivediamo periodicamente in una narrazione che dev’essere significativa per noi oltre che fedele alla memoria. La quale memoria su cosa poggerebbe, se non ci fosse un racconto, una storia?
E quindi gli autori ci hanno raccontato la loro storia, che spiega perché abbiano scritto dei libri su un argomento né facile né popolare. Ci hanno raccontato che cosa li spaventa, e come pensare e poi scrivere di quello che li spaventa li abbia alla fine tranquillizzati. Ci hanno raccontato che a loro per primi sembrava assurdo pensare di contrastare il cambiamento climatico con un libro, ma che scrivendo si sono resi conto che invece è possibile, e che se fai lo scrittore è tuo dovere farlo attraverso i tuoi strumenti. Ci hanno raccontato che è importante che ognuno parta dal dirsi che il cambiamento climatico c’è, è qui, è ora e non se ne andrà.
E quando il bravo Paolo Armelli che conduceva la serata ha chiesto se comunque c’era speranza, hanno detto che più che di speranza è bene parlare di coraggio. Mi sono ricordata che già tre anni fa, prima del Covid e prima di questa rinata, pure se obtorto collo, sensibilità verso il mondo che ci circonda, il motto di Legambiente era “Il tempo del coraggio”. E se è vero che il coraggio chi non lo ha non se lo può dare, è anche vero che il coraggio dentro di noi spesso c’è ma non sappiamo dove cercarlo, e spesso emerge quando ce n’è bisogno.
Quindi coraggio, a fianco di storie e narrazione, è una delle parole per dirlo, ma anche una delle parole per agire.
Grazie Colibrì, grazie agli autori, agli editori, a Paolo Armelli, alla traduttrice Sonia Folin. Grazie di cuore.
Buona giornata
Anna da Re
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