Di disagi, stanchezze e saluti

Oggi è il mio ultimo giorno di lavoro prima delle vacanze estive e mai come quest’anno sono arrivata alla fine di questa prima metà (abbondante) dell’anno stanca e stanca e stanca.

Non so voi, ma io ho lavorato davvero tanto. E la quarantena prima, l’emergenza dopo, i piccoli guai che mi hanno tenuto a casa non hanno certo contribuito a compensare quel certo eccesso di lavoro. Quindi insomma chiudo davvero volentieri e non vedo l’ora di non stare più davanti a un computer. Non che parta senza, e che mi illuda di non dover guardare le email ogni tanto, ma tra ogni tanto e tutto il giorno c’è un abisso!

Como 1

E non sono ancora in grado di voltarmi indietro e guardare con il giusto distacco a quello che questi mesi mi hanno lasciato. Sono sicura che sia tanto, sono anche sicura che sia un bottino pieno di perle e pietre rare, ma come si sa ci vogliono gli occhi per vedere e distinguere, e gli occhi che vedono sono quelli dell’anima. E pure l’anima si stanca. Impalpabile e invisibile, è facile trascurarla. E a lei non piace. Perché lei lo sa, la nostra anima, di essere il nostro vero sostentamento. Se la trascuriamo ce lo urla sempre più forte, finché non siamo costretti a darle retta.

Ieri mi è successa una cosa bizzarra. Sono uscita a fare un aperitivo con delle amiche, in un posto bellissimo, la terrazza dell’Hilton di Como, con una vista spettacolare sul lago e sulle montagne che lo circondano. Si è anche levata una brezza piacevole, dopo che è scesa la notte, e si stava proprio bene. Per andarci sono uscita nell’ora della calura massima, le sei e mezzo più o meno. È l’ora in cui anche casa mia è spiacevolmente calda. Come vestirsi? Alla fine ho messo un vestitino abbastanza fresco e ho tenuto gli infradito Birkenstock, che il mignoletto è quasi a posto ma appunto, quasi e non del tutto. E poi mi sono sentita a disagio. Il posto era elegante, e io non lo ero. Non avevo neppure stile, figurarsi chic. E ho pensato vedi, questo è l’effetto dello stare a casa, di vedere la gente si e no una volta alla settimana, di non guardare le riviste di moda, le vetrine. Non mi fa bene. Al rientro, anche se è probabile che continuerò a lavorare da casa, devo trova un nuovo equilibro, tra il lavoro e il resto della vita, chic compreso. Perché i vestiti, lo starci bene o il sentirsi a disagio, non sono che la manifestazione di qualcosa che alla fin fine riguarda l’anima.

E insomma la mia ha proprio bisogno di attenzione.

Quindi buona giornata e buona estate, che non credo che posterò durante le vacanze. Statemi bene, fate buone letture, curate il riposo e se potete frequentate la bellezza

Anna da Re

 

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