Quando si dice che i social sono fatti di bolle e che quelle bolle per loro natura non comunicano con le altre, salvo magari nel momento in cui esplodono, si dice proprio la verità.
Sapete che il giovedì guardo la newsletter sulla moda del Corriere della Sera, con una grande ammirazione verso i giornalisti che riescono a scrivere di un argomento futile (per quanto economicamente molto rilevante) anche in tempi cupi e difficili come questo. Dimostrandoci quanto alla fine i vestiti non siano futili ma parte della vita.


Se infatti da un lato le aziende ucraine hanno convertito la produzione, e invece di vestiti normali si sono messi a fabbricare abbigliamento militare e accessori, dalle tute mimetiche ai giubbotti antiproiettile fino agli stivali da combattimento, dall’altro le influencer russe si sono lanciate contro Chanel, uno dei marchi che si è permesso di decidere di non vendere più ai russi. Si filmano mentre tagliano le borse firmate, offese per essere oggetto di discriminazione. Purtroppo non lo fanno in nome di una pace che permetta anche di riprendere i commerci e la libera circolazione delle merci. Purtroppo queste bolle, per ragioni diverse, non parlano di pace. E certo c’è la bolla dei colori ucraini, delle dichiarazioni di pace, dei moniti e della memoria storica: una bolla che non esploderà ma che sembra volteggiare nell’aria senza che nessuno la noti, tranne quelli che sono già convinti pacifisti.
Alle volte mi chiedo come verrà raccontato, questo nostro mondo, ai posteri che forse un giorno leggeranno, magari non nei libri ma su qualche device di cui non sappiamo ancora nulla, del tempo che li ha preceduti. Mi chiedo che cosa rimarrà, ma più di tutto mi incuriosisce la narrazione, che si potrà fare di questo nostro tempo. Una guerra che non è stata dichiarata, orrori nei confronti della popolazione inerme uguali a quelli del passato, qualcuno anche peggio, e poi fiumi di parole e fiumi di immagini, in qualche modo registrati, scritti, conservati.


Intanto con questo incessante flusso di pseudo informazioni cerchiamo di convivere. Possiamo appoggiarci ai libri, come faccio sempre io, e magari anche alla citazione di oggi di Morgan Palmas:
“C’è un solo angolo dell’universo che puoi esser certo di poter migliorare, e questo sei tu.”
Buona serata
Anna da Re
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